
In un sabato mattina – come domani – tipico di casa nostra, ma a volte capita anche la domenica, si sente costante la flagranza del pane fatto il giorno prima che ancora persiste nell’aria. Sana abitudine che con Sonia condividiamo da vari anni, ultimamente il momento della panificazione si porta dietro pensieri ed intenzioni, diciamo che questo momento domestico stimola la progettualità più di ampio respiro. Per questo mi è venuto di scriverne, perchè il semplice gesto di impatare della farina porta la mente lontano e stimola il dialogo, anche tra due coniugi.
Fondamentale elemento di tutte le culture, il pane è quell’alimento che tutti sono abituati ad ogni latitudine, in un certo qual modo, ad avere come costante nella propria vita, date anche le sue origini ben lontane nei secoli e la sua diffusione in varie epoche e culture.
Per le mie origini pugliesi, terra di marinai oltre che di contadini, ha inoltre un ruolo alimentare e culturale il pane per lunga conservazione, un pane “BisCotto”, diffusamente conosciuto come “Galletta del marinaio”; parlo di quell’alimento che nel nostro Sud si usa di solito chiamare “Frisella” o “frisa”. Queste, che altro non sono che un pane cotto in due fasi in modo da essiccarlo del tutto e agevolarne la perdita del lievito, aumentano questo profondo rapporto, perché oltre al classico prodotto da forno risultato della lievitazione di un impasto di acqua, farina, lievito e, per noi, sale, si aggiunge la variante privato dell’elemento della lievitazione, dell’umidità in eccesso, insomma creato per poter durare nel tempo. Questo vuol dire legare l’intera immagine del pane accompagnata a quella del suo accostamento al pomodoro, sale ed olio, fulcro della Dieta mediterranea , patrimonio immateriale dell’UNESCO dal 2010. Nella mia percezione, come in quella di molti quarantenni del sud Italia cresciuti in piccoli centri contadini, il pane vuol dire rispetto di una ritualità. Nella sua preparazione, come nella sua degustazione, sono chiamati in gioco molti sensi, provocando una sensualità se volete, che coinvolte tutto ciò legato al processo di panificazione, che va al di là del mero produrre pane. Il degustare per tanto questo prodotto va al di là, per noi, del mero nutrirsi di un dato alimento d’accompagno di altre pietanze, bensì per la sua natura di finger food comporta il toccare, stringere e manipolare un alimento fondamentale per il pasto e per la vita. Grazie anche alla sopra citata variante biscottata.
Da irriducibile italiano del meridione quale sono, parlando di pane e pomodoro – inteso in un senso più ampio, – un ruolo centrale lo ha la pizza, che se vogliamo è uno scherzoso prodotto della casualità di un panificatore, il quale dal XIX secolo ha man mano sdoganato quell’alimento e questo termine, entrambi prodotti italiano e parola italiana maggiormente diffusi al mondo, la pizza appunto.
Metteteci che come il pane, anche l’arte del pizzaiolo napoletano è patrimonio immateriale dell’umanità, quindi l’orgoglio e la consapevolezza aumentano nel relazionarmi al pane e alle sue varianti.
Questo post, intimo perché non insegna nulla di sconosciuto, oltre che a riflettere su un alimento e sulle tracce che lascia nella nostra quotidianità, ha anche la funzione di lanciare una chiacchierata con Sonia, avendo anche Lei dedicato una categoria ai prodotti da forno, oltre che da anni deliziarmi e impreziosendo la mia vita di gusto, profumi e ricchezza interiore. Il dialogo con mia moglie, ma qui nella veste di donna e blogger, si è sviluppato e svolto in due giorni, seguendo appunto il ritmo della quotidianità. Nasce ascoltando un brano del magico Pino Daniele,
prosegue in cucina durante la preparazione di un risotto curry e piselli e si conclude nel giorno della settimana che in casa nostra, più o meno costantemente, si perpetua un antico ed ancestrale rito dell’umanità nella sua dimensione domestica, la panificazione, giorno che più o meno si accompagna alla cottura della pizza (altro appuntamento comunque fisso) e alla produzione di friselle (con cadenza quindicinale d’estate), tutti alimenti immancabili nella nostra vita e che, al di là di economicità o altro, abbiamo il piacere ad autoprodurci, quando possibile.
Questa ritualità, questa bravura di Sonia nella panificazione, arte di cui poi lei stessa vi racconterà, mi ha stimolato a legare un post piccolo piccolo all’alimento principe della dieta mediterranea e perno della mia esistenza. Ma questo spazio culinario di due giorni tra fornello e forno mi ha dato anche la possibilità di confrontarmi su qualche altro tema. Infatti la la chiacchierata con Sonia, che non è solo mia moglie, e non è solo una brava con gli impasti e il forno. Infatti la reputo una donna che ha più vissuti e più visioni, che dietro argomenti profondi e semplici come la panificazione o la cucina ha anche le capacità di esprimere validi pensieri su altre grandi istanze della vita di una donna contemporanea, con le sue peculiarità. Scrivo parte di questo post con un piacevole ed intenso odore di pane in casa che si spande fluente a rinfrancare lo spirito e donare linfa ad un quieto ed irascibile vissuto di due persone come noi.
Colgo l’occasione per ringraziare Sonia di aver posticipato suoi post su pizza e pane, che presto arriveranno e costituiranno una rubrica esperienziale sul suo blog molto interessante nella categoria dedicata a pane, pizza e altri prodotti simili. Inutile dire che a suggellare la chiusura invece c’è quest’altra di Pino Daniele,
che spesso accompagna la preparazione di pizza o pane, partendo sempre la fischiettata o l’accenno del suo motivetto. Non so dire perché, ci esce naturale! Ma nel post dedicato ad una Playlist del grande Pino accennavo ad una sua canzone che mi veniva da dedicare a Sonia. Scopri qual è leggendo la nostra chiacchierata domestica.
e ti verrà facile capire perché collego questo post e quello con la sua chiacchierata.
Buona serata!
Bella condivisione!😊
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Patrimonio dell’umanità quel pane … 🤗
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Venuto bene, vero? 😄 ringrazio Sonia Per avermi fatto usare la foto in anteprima!
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Più che bene … e chissà che croccantezza 😬😊
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Non ti dico 😋
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No… meglio. 😬alla prossima.
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