
Il titolo di questo post non è farina del mio sacco. Si tratta del pensiero – profondo -di Luca Coscioni, poi diventato slogan dell’Associazione che porta il suo nome.
L’economista orvietano Luca Coscioni era un attivista politico – radicale – molto impegnato per l’affermazione dei diritti civili, attivo nel periodo tra la fine degli anni Novanta e la metà del primo decennio degli anni Duemila.
L’associazione che porta il suo nome, Associazione Luca Coscioni, è stata fondata dallo stesso Coscioni nel 2002 e, come si legge sul loro sito web nella pagina di presentazione, si occupa prevalentemente “delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento delle barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la ricerca sugli embrioni, l’accesso alla procreazione medicalmente assistita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione”.
Attribuibile all’operato dell’associazione è la legge sul testamento biologico, lavora con azioni politica – come la creazione di un intergruppo parlamentare – per una legge sul fine vita, da più di 5 anni ha depositato una legge per la legalizzazione della cannabis e segue una sua campagna antiproibizionista dal nome Legalizziamo, e più recentemente l’organizzazione del VI° incontro per il congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica, svolto ad Addis Abeba il 25 e 26 febbraio 2020.
Dal novembre 2019, L’associazione attualmente presieduta da Filomena Gallo, ha lanciato il progetto CITBot, la prima intelligenza artificiale per le libertà civili.
Tra i personaggi politici di spicco dell’organizzazione appartenente all’area radicale posso ricordare Marco Cappato e Marco Perduca. Tra i numerosi mezzi che utilizza per la partecipazione democratica alle sue attività vi è l’uso dei social (conferenze su Facebook), programmi dedicati su Radio Radicale e un uso costante delle newsletter.
Sono orgoglioso di essere vicino a questa organizzazione per tutti questi e tanti altri motivi. Anche se non sempre posso essere attivo con la partecipazione o con contributi economici, mi sento di condividere pienamente le battaglie e sostenerla con ogni mezzo, perché le libertà per le quali si batte sono libertà che toccano o possono riguardare tutti.
IN questi mesi è attiva inoltre nella campagna #IoColtivo promossa da MeglioLegale.