Nel post dove descrivevo la somministrazione della prima dose del vaccino Pfizer e in quello dove annunciavo il contatto con un positivo avevo ribadito la volontà di informarvi sulle fasi della vaccinazione, non tanto per un istrionismo (che non nego), piuttosto per ribadire la più totale fiducia nella scienza e nel sistema sanitario del Lazio, che apparentemente risulta il più efficiente nella programmazione e gestione di qualcosa che assomigli ad un piano vaccinale.
Per la cronaca di uno spavento, invece, posso raccontare con serenità che la persona a noi amica è guarita il poco tempo con un decorso asintomatico, mentre il nostro tampone molecolare del I aprire ha restituito esito negativo. Fortuna, del tutto casuale…
L’esperienza umana e sanitaria presso il centro vaccinale di Santa Maria della Pietà di Roma è stata eccezionale anche oggi; si registra una certa rilassatezza anche tra le persone in attesa, il 20 marzo invece qualche italiota guastava l’aria con le solite polemiche su turni e pause, del tutto legittime, dei sanitari. A questi ultimi, per professionalità e tatto, ribadisco assolute stima e riconoscenza.
A qualche ora dalla seconda dose si registrano 0 effetti, se non una certa famuccia 😇 ma il vaccino era fissato per l’ora di pranzo… Vi terrò informati fino alla completa immunità. L’esperienza ad oggi è sintetizzata in questo mio tweet
Far parte del #DisabilityPrideNetwork mi da la possibilità di interagire con tante realtà interessanti e persone straordinarie, sempre pronte a stimolare la mia e altrui attenzione con riflessioni, idee e proposte. Tra le più recenti adesioni si registra quella di un’organizzazione che presto conoscerete anche dai canali del network; si tratta di Superminus una realtà nata nel 2019 e impegnata nella difesa e nella concreta applicazione dei diritti civili, associazione che trovate anche citata nella pagina delle Realtà amiche.
Da Superminus è arrivata la richiesta, tramite l’avv. Angela Furlan – che presto sentirò per una serie di articoli-, di aderire all’appello del Partito Radicale, rivolto ai ministri Cartabia (Giustizia) e Speranza (Salute), a proposito del rapporto tra disagio psichico-disturbo psichiatrico e detenzione nelle carceri italiane. Come emerso da vari rapporti, trai quali quello dettagliato e puntuale dell’ Associazione Antigone, dove emerge la profonda inadeguatezza del sistema carcerario italiano.
Ritengo di fondamentale importanza questa iniziativa perchè muove verso l’applicazione di diritti civili che, per noi che godiamo della libertà, sono forse scontati, ma che devono essere tutelati e difesi anche e soprattutto per i più deboli ed emarginati.
Vi invito a leggere e sottoscrivere l’appello del Partito Radicale, che oltre alla home di OpposteVisioni, trovate Qui, perché come sosteneva Marco Pannella, il crimine più grande è rimanere con le mani in mano, concetto che vale sempre quando si parla di diritti civili.
Come accennato la settimana scorsa nel post sul vaccino eccomi ad un aggiornamento, ma sul sabato, non sul vaccino! Dal punto di vista degli effetti vaccinali nulla da segnalare. Se non fosse che il giorno stesso del vaccino siamo, del tutto casualmente e in assoluta buonafede da parte di tutti, incappati nel famigerato “contatto con il positivo”… Quindi siamo in una fase di attesa, conclamata la positività della persona anoi vicina, e il primo giorno d’aprile tampone molecolare. Per ora stiamo bene, anche troppo… Infatti non ci siamo fermati!
Con Radio32 durante la settimana abbiamo lavorato ad uno speciale per la Giornata mondiale del teatro dal titolo “Teatri… apertura in corso” e questo è lo spot realizzato per l’occasione…i
saremo in onda dalle ore 18:00, in compagnia di Eddi, Daniele e Katiuscia, per sentire le voci dal di dentro e capire come il mondo del teatro ha reagito al momento straordinario e come auspica la riapertura dei sipari.
Breve post, amiche ed amici, per aggiornarvi sulla personale esperienza di vaccinato anti-covid.
Chi sono
Chi mi segue già sa, ma un pó di outing non guasta. Residente nella regione Lazio, ho avuto la possibilità di prenotare il vaccino anti covid da mercoledì 17 marzo perchè cieco assoluto, codice d’esenzione c05. Dopo un pó di fibrillazione nelle prime ore del mattino, a metà giornata del 17 sono stato tra i primi, tant’è che la prima dose mi è stata prenota per oggi 20 marzo.
Ilvaccino
Rientrando nella categoria delle persone vulnerabili, nonostante i miei 41 anni portati non benissimo, mi è stata assegnata la possibilità di vaccinarmi con il primo e più sicuro, il vaccino americano di Pfizer. Come potete vedere dalla fotografia di corredo all’articolo, la fiala al momento della somministrazione era stata appena aperta. Nella postazione di Santa Maria della pietà di Roma, centro vaccinale nella parte settentrionale della capitale, le postazioni erano varie. Ma le operazioni scorrevano anche con una certa fluidità. Al momento della somministrazione zero sensazioni. Zero dolore. Zero conseguenze, almeno fino ad ora, poche ore dopo l’iniezione.
Perchè vaccinarmi
A questo punto viene la parte più interessante… Perché vaccinarmi? Bene, molto semplice. Anche se le motivazioni sono varie. Prima di tutto, come non vedente, usando molto le mani sono esposto più facilmente ai contagi.per quanto attenzione io possa mettere, resta il fatto che il mondo lo scopro piuttosto che lo evito con le mani, automaticamente aumenta la possibilità di entrare in contatto con superfici contaminate. In secondo luogo, sono anche una persona ipertesa. Sulla pericolosità di questo virus negli effetti riferiti alla salute cardiovascolare tanto si è detto in terzo luogo, ma non per ultimo, ho deciso di vaccinarmi appena possibile per tutelare le persone attorno a me, compresa mia moglie (anche lei vaccinata oggi) perché asmatica; ma penso anche alla possibilità di tornare in Puglia, Mia regione di origine, Per fare visita ai miei anziani genitori malati, Che tra una cosa e l’altra non li vedo da quasi due anni. Metteteci che da più di tre anni non incontriamo amiche ed amici con gravi malattie autoimmuni, il quadro delle motivazioni e completo. Per concludere vi aggiornerò fino alla completa immunizzazione con cadenza settimanale, salvo, ovviamente spero di no, imprevisti…
Comunque, il tweet seguente riassume il mio stato d’animo! ☺️😉
Riprendiamo il percorso di Opposte Visioni tra le tante realtà che si occupano di disabilità, dove essa è intesa, vissuta e promossa nella sua componente “attiva”, o dinamica, se preferite.
Ho sentito negli scorsi mesi per il Disability Pride Network Samuela Fronteddu, Presidentessa, ispiratrice e anima di Energy Family Project. Potete leggere il suo intervento per intero Qui. Di seguito una sintesi di quell’intervento, il quale apre spazi di riflessione che vanno ben al di là della disabilità, perché i presupposti e le modalità hanno una profondità tale da riguardare l’approccio verso una “nuova comunità umana”. Buona lettura.
L’associazione
Energy Family Project APS è un’organizzazione nazionale nata nel 2019 con sedi e gruppi attivi in tutta Italia. L’associazione supporta famiglie con bambini e singoli individui affetti da Agenesia degli arti, gravi amputazioni e malformazioni. Conosciamo questa realtà attraverso la testimonianza di Samuela Fronteddu, fondatrice e Presidentessa dell’associazione, coinvolta dall’Agenesia degli arti perché madre di Giulio, bambino menomato del braccio destro.
L’associazione ha trovato spazio ideale già dopo la nascita di mio figlio, ma è nata ufficialmente un anno fa. Ci occupiamo di sostenere le famiglie che affrontano queste patologie, che al contrario di ciò che si potrebbe pensare, sono tante. Uno dei nostri obiettivi è quello di creare rete tra loro. Attualmente sosteniamo 500 famiglie in tutta Italia, sia a livello morale, burocratico e terapico e registriamo ogni settimana uno o due nuovi contatti di famiglie.
Quali le problematiche più importanti che affrontate?
Ce ne sono tante. Mi preme sottolineare, ad esempio, come in Italia non sono state mai adottate linee guida fisioterapiche pediatriche per bambini con amputazione. Se nessuno le scrive, nessun bambino riuscirà , di conseguenza, a iniziare un percorso di riabilitazione, perché il personale medico non saprà come agire. In altre realtà europee si lavora con queste linee guida fisioterapiche, studiate anche dai nostri professionisti. Siamo fortemente impegnati affinché vengano adottate anche in Italia, consapevoli che ci vorranno anni.
Con quali realtà collaborate?
Nonostante l’associazione sia nata da poco, basiamo il nostro operato su una grande concretezza. Ad oggi, tra le più significative, collaboriamo con la Fondazione “Santa Lucia” (centro europeo per la neuro-riabilitazione) e il distaccamento di Palidoro dell’Ospedale Pediatrico “Bambin Gesù”, con il quale abbiamo avuto un accredito recentissimo per una partnership finalizzata alla costituzione di un nuovo polo di chirurgia della mano e del piede.
Samuela, cosa rappresenta per te la diversità?
Ho dovuto confrontarmi con questo termine quando è nato Giulio. Ho imparato a comprendere che mio figlio è una persona unica, che non si è mai sentito diverso dagli altri. Il mio impegno di madre è quello di farlo sentire come tutti gli altri. Da mamma vedo oggi Giulio come un bambino e il mio impegno è farlo diventare un uomo. Quando è nata l’associazione e ho iniziato a conoscere altre madri, al di là della loro provenienza geografica o di ogni differenza etnica e culturale, ho scoperto che il dolore e la paura di quelle madri erano come le mie. Qui è nata una scintilla che mi ha spinto a sostenere e affiancare altre madri.
L’accoglienza cos’è per te?
L’accoglienza per me è tutto. Incidono sicuramente le mie origini sarde, dove abbracciare le persone vicine a me è un gesto che mi viene naturale e rappresenta l’accoglienza dell’altro. Con l’associazione cerchiamo un contatto con le persone (anche se spesso ci cercano loro) in maniera delicata, per poi farle entrare nel gruppo, sempre con gradualità e volontariamente. Alcune persone sono affamate di vicinanza. Altri si sento no protetti, ma sono diffidenti. Per noi accoglienza significa dare loro un punto di riferimento e un conforto.
Quali gli obiettivi per Energy Family Project nel il 2021?
Visti i grandi impegni che portiamo avanti, alla luce delle restrizioni che stiamo vivendo, dichiarare oggi questi obiettivi ci dà fiducia per il futuro, perché consapevoli di costruire i pilastri di un lavoro buono. Per noi gli obiettivi sono chiari e limpidi:L’adozione di un protocollo nascite per le famiglie; questo per garantire l’accoglienza della famiglia, favorendo i processi di socializzazione con altre famiglie già coinvolte, fornire assistenza burocratica e indirizzare verso soluzioni terapiche idonee. Scrittura delle linee guida fisioterapiche e terapiche pediatriche. L’introduzione nel sistema di protesi low coast.
Puoi approfondire quest’ultimo aspetto?
A proposito di quest’ultimo punto volevo segnalare che siamo chapter italiana di E-nable, comunità mondiale, e forniamo device ai bambini stampati in 3D. Grazie alle competenze di molti nostri associati, abbiamo vari laboratori sul territorio nazionale. A tal proposito segnalo il sito dedicato a questa specifica attività di supporto per le protesi a basso costo.
Samuela, un auspicio per concludere…
Per concludere ribadisco la volontà affinché mio figlio non cresca disabile, perché lo Stato e il corpo sociale devono assumersi le loro responsabilità verso coloro che hanno delle fragilità.
Anna Fusco, una delle testimonial EnergyFamilyProject
Grazie a Samuela Fronteddu per il suo intervento e per l’operato di Energy Family Project., realtà che indica una tendenza ben precisa da seguire: quando le soluzioni sembrano lontane per volontà di pochi, esse sono a portata di mano e realizzabili grazie all’impegno di tanti, quindi occorre sempre agire.
Riprendo le attività del blog in questo 2021 – approfittando per fare gli auguri ai lettori di questo spazio, visto che siamo ancora al principio- proponendo la lettura di un articolo di Ilaria Mariotti Ottaviani sul rischio di inserimento della criminalità tra le pieghe della società e dell’economia grazie alle smagliature provocate dalla pandemia.
Accompagnata dalla lettura del saggio di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, “Ossigeno illegale “, l’autrice ribadisce quel che apparve subito chiaro dall’inizio della crisi covid, cioè che come una sostanza purulenta e con il più becero cinismo, l’apparato mafiogeno approfitti della crisi economica e sociale conseguente al coronavirus per alimentare il proprio, meschino, interesse.
“Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere ma quella che si adatta meglio al cambiamento“ .C. Darwin …
Durante le passeggiate accessibili organizzate dal network del Disability Pride per Natura Senza Barriere a Macchiatonda ho avuto la possibilità di incontrare e chiacchierare con il presidente nazionale del Disability Pride Italia. Mi è sembrata la migliore occasione per spostare idealmente il divano dal salotto di casa in aperta natura e, successivamente, nel complesso architettonico di Santa Severa, e con Carmelo Comisi mi sono soffermato per alcune domande che hanno portato a riflessioni e notizie che vi propongo di seguito. In premessa mi sembra necessario sottolineare che, seppur a distanza di un mese da quell’iniziativa, gli argomenti emersi dalla chiacchierata con Carmelo siano sempre interessanti. Inoltre da quella giornata si sono sviluppate delle riflessioni profonde che mi hanno portato a considerare seriamente l’adesione di questo blog al network, e per questo sto lavorando al momento. Ciò comporta piccole e grandi novità, ma a quest’aspetto dedicherò un contributo a sé. Ora parola a Carmelo.
Parole in movimento
Per OpposteVisioni ho il piacere di fare spazio idealmente sul divano a Carmelo Comisi, personaggio molto interessante e vivace, attivo come pochi, Presidente dell’associazione Disability Pride Italia, importante componente del più ampio movimento internazionale del Disability Pride Network, una delle realtà più impegnate sul fronte della comunicazione e delle battaglie per i diritti delle persone con disabilità. La nostra chiacchierata, come ricordato sopra, risale alla giornata del 27 giugno, svolta a metà tra la riserva di Macchiatonda e il castello di Santa Severa, un po’ registrata e un po’ no.
Abbiamo iniziato questa giornata con l’adesione ad un’iniziativa che vede centrale il discorso dell’accessibilità di spazi culturali e naturalistici. Qual è l’importanza dell’accessibilità nel nostro tessuto sociale, oggi, nel 2020?
Potrei dirti che siamo giunti al 2020 e per l’accessibilità non è ancora stato fatto questo o quell’altro. l’Italia, come sappiamo, è il Paese delle norme, abbiamo da trentacinque anni le norme più stringenti, più importanti se vuoi, sull’abbattimento delle barriere architettoniche, ma non sono applicate nemmeno sul patrimonio immobiliare degli ultimi trentacinque anni, per garantire diritti di cittadinanza alle persone disabili come a tutti gli altri, appunto con fondamenti basilari, adeguando con l’accessibilità tutto il patrimonio immobiliare. Ci sono però dei luoghi, come quelli visitati oggi e altri che ci riproponiamo con realtà del network, come l’associazione “Radici” o l’associazione delle guide turistiche italiane, di renderli fruibili per i mesi e gli anni a venire, per stimolare gli altri a fare altrettanto, perchè tentiamo di promuovere queste strutture e questi spazi, cercando di realizzare attività come network del Disability Pride al fine di portare all’attenzione dell’opinione pubblica l’importanza di questi luoghi e queste eccellenze e per ribadire che le persone con disabilità ci sono, esistono anche come fruitori di spazi culturali. Ed è importante che vi siano luoghi accessibili riferiti al patrimonio culturale, che è sicuramente un aspetto legato alla civiltà, ma rendere accessibile il grande patrimonio culturale italiano è anche una questione economica. Come rete italiana del Disability Pride stiamo cercando di far compiere passi in avanti per le condizioni delle persone con disabilità, guardando all’aspetto dell’inclusione. Lasciami aggiungere che per fortuna non siamo gli unici ad andare in questa direzione.
Come va con le grandi organizzazioni di disabili?
Voglio in primo luogo registrare che la rete va ampliandosi. Ci sono delle relazioni, ad esempio, con l’Unione Italiana dei Ciechi, che sino ad ora non aveva aderito ufficialmente al network. Credo che con l’attuale presidente Barbuto vi siano buoni spazi di dialogo. Sono ottimista, quanto lui entusiasta.
Nelle strade di Roma durante la manifestazione del 2019 girava lo slogan “non è l’elemosina ciò che vogliamo, maAa i nostri diritti “. A che punto siamo con l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità in Italia?
Diciamo che a conti fatti non ci hanno dato al momento nemmeno l’elemosina, e sarebbe stato già qualcosa! Scherzi a parte, dal punto di vista dell’affermazione dei diritti c’è tanto da fare. Il nostro faro sono i cinquanta articoli della Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, che ricordo sempre essere legge dello stato dal 2009, che mostrano la direzione da seguire per l’inclusione nella società dei disabili. Però, per seguire questa direzione occorrono molti servizi e molti di essi, se consideriamo le molteplici forme di disabilità, sono carenti, da qualsiasi punto di vista li si guardi. Si, C’è molto da fare.
Quali le prossime iniziative del Disability Pride alla luce del cambiamento di programma per il Coronavirus?
Per il 2020 ci stiamo organizzando perché la nostra tradizionale manifestazione del Pride venga fatta non in presenza, ma in maniera mediatica. Si terrà tra settembre ed ottobre; non posso dirti con precisione ancora su quali canali, forse in rete, ma ci sono delle trattative aperte perché la manifestazione si tenga in TV. Ma non posso ancora svelare nulla.
Salutando Carmelo è forte la convinzione a voler dare un modestissimo contributo ponendo a disposizione del network le competenze acquisite in tanti anni di esperienza diretta sul campo in vari settori. A presto ulteriori notizie ed approfondimenti dal mondo del Disability Pride network, di cui mi sento pienamente parte.