
Gli stimoli che io e Sonia abbiamo ricevuto durante un viaggio ad Ancona nell’aprile 2016 ci hanno permesso di aggiungere ulteriore consapevolezza alla nostra condizione di minorati della vista. Il motivo della nostra presenza ad Ancona era squisitamente “professionale”. Infatti ad un certo punto dei nostri trascorsi imprenditoriali nell’l’accessibilità turistica nel Salento ci è sembrato opportuno integrare e confrontare le nostre esperienze e le attività di formazione del Museo Omero conciliavano con questa esigenza. E non ci siamo fatti scappare l’opportunità, dato il richiamo che questa istituzione rappresenta per chi come noi è impegnato per l’accessibilità di ciechi ed ipovedenti. Ma non immaginavo certo di essere rapito da un luogo assolutamente magico. Di seguito alcune riflessioni scaturite dalla visita a questo museo del capoluogo marchigiano.

“La mole Vanvitelliana, complesso monumentale che ospita il Museo, ti accoglie, proteggendoti dal mare mosso dell’umanità. Qui gli spazi sono assolutamente gradevoli, cercando di rispondere alle moderne esigenze dei fruitori con la conservazione del Bene. Questo connubio ha fatto si che si creasse non un contenitore, ma una “scatola dei sensi”, dove il più stimolato è quello dell’intelligenza. Il tatto lo fa da padrone, viste le peculiarità autentiche del luogo,ovvero toccare con le mani riproduzioni sapientemente create di monumenti che fanno la storia della cultura italiana e non solo. Quest’operazione è importante a mio avviso per due motivi: uno di pura matrice storico-culturale, creare comunque la coscienza e il ricordo collettivo dell’arte, anche attraverso la fruizione tattile. Quindi più copie per vari usi di un bene, altrimenti inaccessibile e incomprensibile, rappresentano una sorta di “fotografia” nella memoria collettiva, perché ne testimoniano l’esistenza, appunto. Il secondo motivo è di tipo Ontologico. Al museo omero si può e si deve fruire dell’arte complessivamente. Complessivamente significa al pieno delle proprie potenzialità. E’ favorita la fruizione tattile perché ci si rivolge e si organizza lo spazio per le esigenze di quella categoria esperienziale dell’umano. Ma il tatto è di tutti. Questa è l’evidenza che con naturalezza Aldo Grassini e altri ideatori, curatori ed operatori della struttura museale evidenziano. Quindi essendo di tutti, tutti possono goderne con tale modalità. L’arte e ciò che ne consegue in quel luogo sono fruibili a pieno, con il tatto e con la vista. Arte riprodotta, testimonianza dell’esistenza di quell’opera, ma anche arte originale, tramite la sfida e il contributo di numerose esperienze artistiche, tra le quali la più significative quella di Felice Tagliaferri, scultore cieco di origini pugliesi; ecco, questo spirito vuol dire accessibilità culturale dal punto di osservazione del tatto. Godere perché esiste l’arte, goderne a pieno perché esiste il tatto. Il pensiero e la testimonianza degli attori principali di questo luogo, come Andrea Socrati, danno l’idea dell’impegno culturale e professionale, con sano senso di protagonismo, di questo gruppo di persone, che oltre a saper gestire e a sapere cosa dire, sanno perfettamente quali emozioni andranno a suscitare, e posso garantirvi che l'”io” pensante c’entra poco, è coinvolto molto l'”io percettivo”. Gli operatori del museo si rivolgono principalmente ad utenti giovani, alle scuole, ai cittadini di domani, educandoli esattamente alla sinestesia come chiave di lettura del mondo. Interessante infine è stato l’insieme di stimoli e contatti derivanti da quest’esperienza. Sapere che a Bologna come a Firenze la sensibilità a tali argomenti porta alla genesi di forme d’arte sperimentali, o addirittura della fruizione di opere originali, mi fa capire come l’Italia della Cultura sia ormai pronta ad assimilare i concetti di “universal designe” e “accessibilità” in maniera molto moderna e creativa, alimentando ulteriormente il livello di “creazione della cultura” in cui eccelliamo in tutto il mondo da sempre.”.

Consiglio vivamente a tutti di visitare questo luogo, appena le restrizioni per il Coronavirus lo permetteranno. Per crearvi un primo feedback del museo potete visitare il loro sito web
NB: articolo scritto il 19/4/2016