Stasi e dinamismo

«Bisogna cercare l’equilibrio muovendosi, non stando fermi», B. Lee.

Nella foto una pianta molto grande di peperoncino a rosa del mio balcone

Scrivere dopo tanto tempo sul blog non è facile, anche perché di cose ne sono successe tante e il web è intasato di informazioni su quella che pare una catastrofe imminente. Guerra, pandemia che ancora non è endemia, altre epidemie all’orizzonte, carestia, crisi alimentare, crisi energetica, crisi climatica non lasciano molto spazio ad argomentazioni terze, ma dopo un periodo di down molto intenso in inverno, tra prima e dopo – nonostante tutto – nella mia vita di cose ne sono successe. Titolo e aforisma in apertura riassumono lo stato d’animo di questi ultimi 14 mesi.

La stasi…

Se da un lato la stasi è rappresentata dalla ricerca del lavoro, ad esempio, e dall’aggiornare le OpposteVisioni, d’altra parte si contrappone un dinamismo in ambito sociale qui a Roma, dove vivo stabilmente da un paio d’anni.

Ad un certo punto, per ridare un po di vita al tutto, mi sono dedicato con Sonia molto al balcone, quello nella foto di accompagnamento al post è uno dei tanti risultati. Oltre a peperoncini ho dato vita silenziosamente alla mia disobbedienza civile in opposizione all’ottusità dimostrata nel febbraio 2022 dalla Corte Costituzionale, a proposito dei referendum su

Eutanasia e Legalizzazione

Per pigrizia non ho testimonianza fotografica della Disobbedienza Civile, ma posso garantire sul risultato. Dal prossimo giro riprendo permanentemente il mio solitario #IoColtivo In memoria, se posso, anche del compianto Walter De Benedetto

…e il dinamismo

Il dinamismo invece è rappresentato paradossalmente dall’On line, che in una serie di meccanismi difficili da spiegare, ci porta a muoverci molto nella vita reale.

Questo dinamismo è rappresentato da Radio32

e dal Sant’Alessio luogo sempre più presente nella mia quotidianità, nonché in quella di Sonia,

Entrambe le comunità Hanno catalizzato molto le energie di questo periodo. Oltre alla collaborazione nella programmazione estiva dello scorso anno di #Radio32

con Un Occhio A Quei due… Dal mese di ottobre 2021 si è concretizzato un nuovo progetto di comunicazione, in via del tutto sperimentale, con l’ASP S. Alessio MDS di Roma, con la nascita della redazione dal nome A Tutta Radio!

In prospettiva

Ma anche altri progetti importanti si sono delineati, tra i quali uno in partenariato tra Sant’Alessio e l’associazione Amici Per La Città ODV-ETS dal titolo “Conversazioni solidali”, sulla reazione alla pandemia delle persone con disabilità visiva, Del quale spero di potere parlarvene in concreto quanto prima.

Insomma, so che non sono il massimo dei blogger, che violo sistematicamente le norme minime di pubblicazione sul web, ma spero che possiate comunque apprezzare ciò che ho da dire da qui in avanti, volendo fortemente recuperare con i lettori di OpposteVisioni anche su versanti che mi hanno visto impegnato in questo lungo periodo di assenza dal blog, come la collaborazione su Sinapsimag, Momentaneamente in standby, ma per la quale conto di riprendere con preziose novità.

Grazie per quei pochi che leggeranno e avranno, me lo auguro, voglia di approfondire. Buon ascolto per chi seguirà podcast e streaming.

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CBD stupefacente? E’ il parere della Commissione Europea, che metterebbe fine al mercato libero

Mario Catania ci informa sull’ultimo sforzo della politica di ricoprirsi di ridicolo, questa volta tramite un parere – inopportuno- della Commissione Europea. Io non ho piu parole.

Se il parere fosse confermato, sarebbe la fine a livello europeo del mercato di cannabis light e oli contenenti CBD così come l’abbiamo conosciuto, …

CBD stupefacente? E’ il parere della Commissione Europea, che metterebbe fine al mercato libero

Risotto zafferano e foglie di #cannabis

Piccolo ripasso di tipo culinario in occasione del #TwitterStorm #SpiniNelFianco dal blog CucinabiliVisioni

Come d’abitudine su questo blog prima di preparare un piatto insieme raccontiamo qualcosa ad esso collegato. Oggi il ricordo è lungo, nel personale …

Risotto zafferano e foglie di cannabis

#IoColtivo appunto 3: considerazioni dopo il raccolto.

Io che m’accendo una canna

Premesse

Questo post di chiusura dell’adesione Estiva” alla campagna #IoColtivo ha in sé una serie di note sugli esiti della coltivazione, oltre a valere come coming out di consumatori. Questa premessa per dire che siamo giunti alla fase conclusiva del ciclo di coltivazione delle nostre due piantine, una per me e una per la cara consorte, che ci hanno fatto compagnia in salotto per circa 10 settimane. Qui avevo dato le informazioni della varietà scelta, anche in funzione dell’adesione alla disobbedienza civile, con una serie articolata di ragionamenti che ci hanno indotto ad optare per una auto, ovvero una genetica che in tempi determinati giunge a fioritura.

Com’è andata?

Nel corso dell’esperienza sono intervenuti piccoli e grandi imprevisti, evento non raro per chi coltiva cannabis ad uso personale in maniera artigianale e domestica. Il livello di difficoltà è paragonabile a quello di tenuta della vigna, dove sono moltissimi gli aspetti da dover considerare affinché esca fuori prima dell’uva sana, poi di conseguenza un buon vino. Ma volendo restare sul livello domestico, è come se una pianta di peperoncini ad un certo punto ha bisogno di un livello di attenzioni particolari, cosa non rara, se si considerano ad esempio alcune genetiche che badano si al frutto, ma anche alla sua qualità. Una pianta di Habanero o un Carolina Reaper ha bisogno di certi accorgimenti affinché frutti secondo quella data genetica del cultivar. altrimenti fruttano poco, non fruttano proprio o i frutti non sono all’altezza della qualità che ci si aspetta, come è capitato a noi. Bene, per la cannabis è uguale. Nel video presente alla fine di questo contributo do una sorta di motivazione “politica” alla disobbedienza civile, ma di seguito vorrei precisare gli effetti della coltivazione domestica.

Le piantine ormai fiorite prima del raccolto

Il problema da stress di calore è stato l’inaspettato fuori programma del quale non abbiamo avuto prontezza, anche perché inizialmente non si è manifestato come problema, bensì come virtù, con un’esplosione della biomassa del tutto inaspettata. Questo però, nonostante gli sforzi di arieggiare il piccolo box usato e l’aver inserito due sole piantine, una a testa, non ci ha comunque messo al riparo dai più nefasti effetti della problematica più banale. Tante le considerazioni e le scelte per il futuro che deriveranno da quest’esperienza, ma sui tecnicismi ritornerò più dettagliatamente nella prossima disobbedienza civile, ovvero il box autunno-inverno!

Un fiore essiccato

Dalla foto potete vedere come i fiori secchi non siano compatti, problema caratterizzato dalla presenza di piccolo fogliame nella spiga dell’inflorescenza, circostanza che non permette una perfetta compattezza della resina, oltre che uno stato di generale sofferenza della pianta nella fase finale della vegetazione e in tutto il periodo di fioritura. L’effetto è tutto nel raccolto esiguo. La qualità della resina, i profumi e gli effetti terapeutici/psicotropi non sono compromessi, ne è compromesso solo l’aspetto quantitativo e un po’ la forma dell’inflorescenza, non soda e compatta. ma da consumatori di grande modestia diciamo che ci accontentiamo dei 15 grammi circa di fiore secco che le piante ci hanno complessivamente reso dopo 8 settimane di ciclo vitale più 8 giorni di essiccazione e alcuni giorni di concia per far risaltare profumi e gusto.

Mai avere fretta

Per concia, rivolgendomi ai meno abituati a certe terminologie, si intende una fase di riposo dei fiori in un vasetto di vetro, al buio, di tanto in tanto da aprire e smuovere delicatamente per evitare la formazione di muffe e dare ai fiori essiccati la possibilità di recuperare un minimo di umidità, utile alla maturazione della resina e alla degradazione delle varie sostanze, processo chimico che rende più efficace la relazione tra CBD e THC.

Che ne è venuto fuori?

L’effetto, già dalle “primizie” rubate, è assolutamente gradevole, molto rilassante e distensivo e concilia non poco il sonno notturno. Molto del merito di ciò che abbiamo raccolto è dei prodotti usati, biologici, che ci hanno permesso di aver dei fiori seppur scarsi e bruttini, comunque gustosi. Come certi frutti minori dell’orto del vecchio nonno di una volta, che non erano bellissimi da vedere, ma poi una volta mangiati e assaporati restituiscono sensazioni piene e godimento sin nell’anima, oltre che delle papille gustative. Da salentino penso ad alcune varietà di perette o melette che spesso tradivano l’estetica a vantaggio della bontà.

Ci siamo concessi anche un recupero di parte del fogliame per un uso alimentare e Nel blog di Sonia potrete trovare alcuni esempi, come un gustoso Risotto

Risotto zafferano e foglie di cannabis

Messaggio alla nazione!

Nel video di coming aut che segue altre riflessioni in merito e una piccola dimostrazione dell’assoluta domesticità, tranquillità e placidità di un consumatore di cannabis, trasformatosi per l’occasione in modesto coltivatore domestico per soddisfare fini terapeutici in assenza di una normativa che consenta il libero commercio della pianta più innocente e odiata al mondo. Scusate strafalcioni e imparpagliamenti!

Videomessaggio di un fumatore di ganja

Per concludere

Con questo ciclo contiamo di stare a posto un paio di mesi, ma presto ci riproporremo. Ad ora cos’altro dire, buona cannabis a tutti…

…e buona disobbedienza civile! 😄

Il CBD come “terapia promettente” per trattare la dipendenza da cocaina e anfetamina

Da questo sito, che informa puntualmente su tutte le evoluzioni riferite all’impiego di cannabisDa questo sito, che informa puntualmente su tutte le evoluzioni riferite all’impiego di cannabis terapeutica, segnalo dei dati interessanti riferiti al contrasto della tossico dipendenza con l’utilizzo di CBD. Questa interessante nota di tipo scientifico e da incrociare con il dato proveniente dal Portogallo, dove è calato drasticamente l’uso di cocaina e il tasso generale di tossico dipendenza. Evidentemente il sistema antiproibizionista portoghese funziona.quando ci accorgeremo in Italia che il mondo continua ad andare avanti mentre noi siamo fermi al pregiudizio?Questa interessante nota di tipo scientifico e da incrociare con il dato proveniente dal Portogallo, dove è calato drasticamente l’uso di cocaina e il tasso generale di tossico dipendenza. Evidentemente il sistema antiproibizionista portoghese funziona.quando ci accorgeremo in Italia che il mondo continua ad andare avanti mentre noi siamo fermi al pregiudizio?

La cannabis potrebbe essere un’arma efficace nel trattare la dipendenza da cocaina. E’ ciò che risulta da una meta-analisi di 14 studi scientifici …

Il CBD come “terapia promettente” per trattare la dipendenza da cocaina e anfetamina

Lo “strano” rapporto tra coronavirus e cannabis terapeutica

Quando della cannabis ne affermiamo i principi terapeutici, sottolineando con forza la necessità di una politica antiproibizionista che muova proprio dai principi curativi di questa pianta, è doveroso affrontare i vari aspetti, come questo blog citato fa puntualmente. IN epoca di coronavirus ed emergenza pandemica, è necessario analizzare tutti gli aspetti della ricerca scientifica attorno alla relazione tra cannabis e virus che, a dire il vero, non mi sembrerebbero trascurabili. Ovviamente ogni forma di notizia aspettiamocela per lo più da USA e Canada, magari Gran Bretagna o altri paesi europei, non sicuramente dall’Italia perché qui siamo ancora al livello che coloro i quali traggono giovamento per la propria patologia ancora soffre la carenza di cannabis nelle farmacie.

Pubblichiamo di seguito un articolo a cura di Greg Taylor, CIO di Purpose Investments, società che ha portato in Europa il primo ETF sulla cannabis …

Lo “strano” rapporto tra coronavirus e cannabis terapeutica

Cannabis al marito 80enne con patologia neurodegenerativa: “Ho gridato al miracolo”

Nel mio percorso antiproibizionista ho attraversato il dubbio in prima persona. Non e facile sicuramente credere agli aspetti positivi di questa pianta. La natura umana spesso deve appoggiarsi all’esperienza diretta per credere che qualcosa sia possibile.da storico consumatore per scopi ricreativi, quando ho visto una cara persona a me vicina con sclerosi multipla avere degli effetti benefici dalla cura con cannabis terapeutica sono rimasto senza parole. Dalla sedia a rotelle con spasmi alla posizione eretta e con i nervi rilassati. Non parlo sicuramente della mia mutazione nel consumo, i problemi non sono così gravi. Anche se ad esempio ho risolto quelli di sonno. Comunque, vi invito a leggere questa storia emblematica, che insegna tante cose. Prima di tutto che non ci sono limiti culturali, anagrafici o concettuali per ammettere gli enormi vantaggi di cura a base di questa pianta. La seconda cosa importante è l’alternativa che rappresenta rispetto ai farmaci o piace i, veramente pericolosi. Veramente dannosi. Veramente velenosi. Che soprattutto, per esperienza diretta, non servono assolutamente a nulla. Il terzo insegnamento, il più importante, è l’assoluta malafede di buona parte della classe medico-scientifica, non guidata dall’amore per la scienza e dalla missione di cura verso i pazienti, bensì spesso soverchiata da allo Stigma. Quale sarebbe? Medicine a base di oppio, naturale o sintetico, si.medicine a base di cannabis, naturale ed efficace, no. Questa, dalle mie parti, quelle dell’intelletto, si chiama malafede. Buona lettura

“Gli ho dato la cannabis quando il badante se ne era appena andato e per non lasciare mio marito sulla carrozzina da solo, l’ho portato sulla …

Cannabis al marito 80enne con patologia neurodegenerativa: “Ho gridato al miracolo”