“Gli uomini passano, le idee restano” essere #antimafia.

Campagna di sensibilizzazione e commemorazione vittime della Mafia. La settimana che va dal 18 al 23 Maggio è una delle più sentite in Sicilia. Il 23…

“Gli uomini passano, le idee restano” essere #antimafia.

Collegamenti e video d’archivio per la biografia Qui .

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Nel ricordo di Giovanni Falcone.

Giovanni Falcone @wikipedia

Oltre a segnalare il collegamento a Wikipedia per ricordare, attività che va esercitata continuamente, la biografia di mGiovanni Falcone i sembrava il caso di sottolineare la sua vita professionale ben schematizzata dalla gTrecani proprio nell’anniversario della sua nascita, ovvero il 18 maggio (1939), qualche giorno prima ancora della commemorazione per la sua scomparsa, evento – quello della strage di Capaci -, che merita un ricordo a sè.

e volevo inoltre segnalarvi questa sua intervista a Michele Santoro nella trasmissione Samarcanda, dove racconta proprio il suo essere giudice in prima linea, nel ricordo di Rocco Chinnici.

Peppino Impastato: una storia dell’impegno civico contro la mafia.

“I cento passi”, film sceneggiato da Claudio Fava, Marco Tullio Giordana, Vanda Vaz e Monica Zapelli, è un film drammatico che racconta la biografia dell’attivista comunista Peppino Impastato, di cui oggi (9 maggio 2020, NDA) ricorre il 42° anniversario dalla morte, o martirio se preferite. La pellicola firmata da Giordana offre uno spaccato interessante sulla logica affarista della mafia siciliana tra gli anni Cinquanta e Settanta, con la descrizione della figura del boss di Cinisi Gaetano Badalamenti, nonché la vicenda, legata a quella del protagonista, della mitica Radio Out, fondata da Peppino in chiave di lotta alla mafia, quando di mafia ed Antimafia non si parlava, quando l’opinione pubblica non ne era ancora consapevole.

Film: I cento Passi, 2000, regia di Marco Tullio Giordana, Italia, prodotto da Titti Film, Rai Cinema e TELE+, distribuito da Istituto Luce e Medusa Video, 114 minuti.

Cast (personaggi principali): Luigi Lo Cascio (Peppino Impastato), Luigi Maria Burruano (Luigi Impastato), Lucia Sardo (Felicia Bartolotta), Paolo Briguglia (Giovanni Impastato), Tony Sperandeo (Gaetano Badalamenti), Andrea Tidona (Stefano Venuti), Claudio Gioè (Salvo Vitale), Domenico Centamore (Vito), Ninni Bruschetta (cugino Anthony), Paola Pace (Cosima), Pippo Montalbano (Cesare Manzella).

Trama: dedicato alla vita e all’omicidio di Peppino Impastato, questa pellicola racconta il suo impegno nella lotta alla mafia nella sua Sicilia. Il titolo prende il nome dal numero di passi che occorre fare per colmare la distanza tra la casa della famiglia Impastato e quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Il giovane Peppino cerca con il suo impegno politico di sfuggire all’inesorabile legame con l’ambiente mafioso che il padre Luigi non ha la forza di spezzare. Il percorso controcorrente di Peppino nasce da bambino quando è attratto dalla lotta politica contro la mafia e il potere a essa colluso e grazie all’incontro con il pittore comunista Stefano Venuti, lotta a cui poi prenderà attivamente parte una volta cresciuto; in quegli anni di adolescenza, il rifiuto del padre biologico e della famiglia intesa in senso mafioso e il formarsi con il pittore idealista, sua guida etica, rappresentano i veri punti di svolta. Il giovane Peppino Impastato fonda una rivista locale di lotta socialista e scrive vari articoli, uno dei quali è intitolato La mafia è una montagna di merda, che lo rendono malvisto agli occhi della criminalità. Quando viene ostacolato nella sua ispirazione giornalistica a mezzo stampa, fonda Radio Aut, da dove attacca e schernisce la mafia di Cinisi. Candidatosi alle elezioni comunali per il partito Democrazia Proletaria, è profondamente turbato dagli avvenimenti legati al rapimento di Aldo Moro. La sua morte avviene a campagna elettorale ancora in corso con un attentato realizzato in modo da far inizialmente credere che si trattasse di suicidio, circostanza subito contestata dai suoi amici e compagni di lotte, ma avvalorata dal depistaggio messo in atto durante le indagini, incoraggiato dal ritrovamento di un biglietto giovanile durante una perquisizione che recitava “voglio lasciare la politica e la vita”.

Recensione: Questo è indiscutibilmente un film sulla mafia, ma anche un film sull’energia e sull’immaginazione di un gruppo di ragazzi che hanno osato sfidare il mondo, nella speranza di cambiarlo. È un film sul conflitto familiare e sulla vergogna di appartenere allo stesso sangue. Questo tratto, a mio avviso fondamentale della storia (oltre che del film), si condensa nelle frasi urlate da Peppino sotto casa di Badalamenti dopo aver percorso con il fratello i cento passi che separano le due abitazioni: «Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare… prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!».È In sostanza è un film sulle utopie, sull’impegno e sul coraggio dei ragazzi siciliani del ’68. Se oggi nessuno può fingere che la mafia non esiste molto si deve all’esempio del senso civico e della civica disobbedienza di Peppino. Per questo si tratta di un film di impegno civile (che non si vergogna di citare il Rosi di Le mani sulla città) che si assume il compito di ricordarci che la lotta a quel complesso fenomeno che passa sotto il nome di mafia non appartiene a una sola parte. Concordo con il riconoscimento della bravura di una formidabile squadra di attori come elemento essenziale del successo del film, tra cui si distingue quella di Luigi Lo Cascio, divenuto uno tra gli attori italiani di maggior pregio in seguito a questa sua prima e magistrale interpretazione.

Peppino Impastato venne ucciso la notte tra l’8 e il 9 maggio 1978, lo stesso giorno del delitto Moro. Messe in ombra dalla tragedia nazionale in atto in quei giorni, la sua storia e la sua tragica fine passarono praticamente inosservate e restarono ignote alla massa per più di vent’anni, sino all’uscita di questa pellicola, eccezionalmente diretta e interpretata dal cast con profondità.

In conclusione non posso negare che questo film mi ha accresciuto e affinato i miei gusti musicali. Quando sento questo brano di Janis Joplin

https://oppostevisioni.wordpress.com/2020/05/09/summer-time-di-janis-joplin/

e questo celebre brano dei Procol Harum

https://oppostevisioni.wordpress.com/2020/05/09/a-whiter-shade-of-pale/

mi commuovo, sia per la bellezza delle canzoni, che per il richiamo alla mente della storia straordinaria e tragica di Peppino.

Qui potete guardare il thrailer del film, Che consiglio a tutti di vedere e rivedere.Che consiglio a tutti di vedere e rivedere.

La mafia è una montagna di merda.

Cogliendo il suggerimento di Sonia, ho deciso di creare una nuova categoria, “La mafia è una montagna di merda”, appunto, dove raccogliere pensieri, testimonianze, articoli di voci autorevoli dell’Antimafia, recensioni di libri e film sul tema.

Il post dedicato alla recensione di “A mano Disarmata” ne è una sorta di anticipazione.

https://oppostevisioni.wordpress.com/2020/05/08/il-coraggio-di-credere-nel-noi-a-mano-disarmata-il-libro/

Nel periodo che va dal 9 maggio (commemorazione del martirio di Peppino Impastato) al 23 maggio (commemorazione della strage di Capaci)(2020, NDA), questa categoria sarà aggiornata quotidianamente con almeno un post dedicato, accompagnato dal primo tag distintivo, che sarà appunto “Antimafia”, ripromettendomi di aggiornarla di continuo.

Due sole premesse. Chiamarla così, con l’evidente citazione dello stesso Peppino Impastato, per me è una sorta di perpetuazione della memoria di questo personaggio, che, una volta scoperto quando tornò alla ribalta per l’uscita del film “I cento passi”, ha significato per me un modello da seguire e un esempio da tenere sempre a mente per coraggio e coerenza. In secondo luogo perchè dedicarmi a questo tema; avrete sicuramente notato come scrivo sempre mafia con la lettera minuscola e Antimafia con la lettera maiuscola. Questa non è solo una scelta stilistica, ma una precisa posizione sul tema.

La mafia come merda, appunto, a nessuno verrebbe in mente di evidenziarla più di tanto, mentre il suo opposto merita tutto il rispetto dovuto alle cose che portano dentro una profonda onorabilità, concetto a mio avviso sottratto impropriamente dai mafiosi al sentire comune.

Il motivo profondo, poi, è che ritengo questo fenomeno come il vero freno per lo sviluppo etico, civile ed economico del nostro Paese, fatto che non evidenzio io, ma numerosi studiosi, osservatori ed operatori Antimafia.

La questione più stringente, che mi sta a cuore, è il fatto che in quest’arretratezza generale, soprattutto dal punto di vista del senso civico, chi ne fa le spese è sempre il soggetto più debole. Il disabile, la donna, l’immigrato, l’operaio, eccetera.

Quindi, con il più classico degli atteggiamenti positivi, ovvero chiedermi cosa posso fare io per contribuire alla soluzione del problema, la risposta più ovvia che mi do è di tenere alta l’attenzione, facendo circolare informazioni, opinioni, fatti ed idee in merito, affinché possa germinare il seme dell’Antimafia, auspicando presto )ma ci vorranno generazioni) che si possa debellare questa bruttura del genere umano.

Faccio fede al pensiero di Giovanni Falcone, quando affermava che la mafia, come tutti i fenomeni umani, è destinato ad avere una sua parabola ascendente e poi una discendente, fino ad estinguersi. Ecco, faccio questo tentativo di tenere alta l’attenzione sull’opposta visione alla logica mafiosa nell’auspicio che la previsione di Falcone possa verificarsi al più presto.