#GiornataMondialeAutismo 💙 alcuni video tra comunicazione istituzionale e messaggi educativi

Alcuni video molto belli e interessanti di sensibilizzazione sulla consapevolezza sull’autismo rilanciati dai miei social e dalla pagina facebook di Radio32.

Partiamo con il primo, comunicazione sociale della RAI.

Questo, con dei fumetti, è realizzato da una scuola media campana e si rivolge ai più piccoli…

L’ultimo è stato realizzato da un istituto comprensorio di San Severo, in Puglia, ed è molto esaustivo, oltre che accessibile a tutti. Complimenti…

💙💙💙💙💙

Pubblicità

I Disabili Pirata tra lotte per i diritti e movimenti popolari

Costruzione della RampaDellaPace-Milano-19.9.2020

Non ti abbattere, abbatti le barriere!

Premessa

A ridosso della costruzione della Rampa della Pace a Milano dello scorso settembre ho sentito uno dei fondatori dei movimenti di disabili tra i più interessanti nel panorama nazionale, dove la disabilità è abile, attiva e promotrice di vecchi e nuovi diritti. Qui potete leggere l’intervento dalla pagina del Disability Pride Network.

Logo Disabili Pirata

Chi sono i “pirati”

I Disabili Pirata, anche nell’accezione di Abbatti Le Barriere, sono movimenti di azione dal basso, attivi da più di tre anni; sviluppatisi inizialmente a Milano e nel nord Italia, ad oggi raccolgono esperienze dalla Val di Susa alla Sicilia, come ci racconta Andrey Chaykin, tra i fondatori dei due gruppi.

Logo AbbattiLeBarriere

Pensieri e azione

Passiamo alle parole di Andrej, da contestualizzare in un quadro movimentista, dinamico, habitat naturale per un personaggio molto frizzante che con azioni dal basso difende concretamente propri e altrui diritti.

Andrej Chaikin

Andrej, che suggestioni ti crea la “diversità”, da disabile, da attivista, da cittadino.

Tutti siamo diversi. Credo che la diversità sia una ricchezza di ognuno e un tratto che ogni persona porta con sé. Al posto di usare la diversità per discriminare ogni persona dovrebbe invece migliorare questo contesto sociale, in maniera globale, proprio a partire dalle diversità. La gente con la mentalità chiusa è destinata a scomparire.

Come affronti le barriere?

Le barriere sono collegate con vari aspetti della disabilità. Vanno abbattute, a partire da quelle architettoniche – che sono barriere reali – fino a quelle mentali e culturali.

Sei una persona disabile, ma sei anche una persona di origine straniera. Quale la percezione che hai, su questi due livelli, dell’accoglienza?

Ho affrontato con tante difficoltà la mia disabilità quand’ero in Russia, ma giungendo in Italia mi sono integrato. Tra le varie esperienze ricordo positivamente come sono stato accolto calorosamente a scuola quando sono arrivato. L’accoglienza nelle scuole si sviluppa più spontaneamente, forse a livello sociale si ha più difficoltà.

A cosa pensi quando si parla di diritti?

Be’, è una bella parola e molto impegnativa. Più diritti per tutti, senza distinzione di sorta. Sono un portatore di una lotta per i diritti, una di quella più inclusive, ispirato – pensando ai diritti, alla figura di Martin Luter King. Noi rappresentiamo gli ultimi, persone a volte senza voce. Occorre poi non dimenticare mai che ognuno prima o poi può incappare nella disabilità. Lottar per i diritti di pochi, quindi, vuol dire lottare per i diritti di tutti.

Andrej percorre la RampaDellaPace

Il 19 settembre 2020, a Milano, siete stati impegnati in una importante manifestazione, volta a sensibilizzare in merito ai diritti negati alle persone con disabilità, iniziando proprio dalla mera accessibilità dei luoghi. Che impressioni hai avuto?

Più che positive! C’è stata una grossa manifestazione avvenuta coscienziosamente e nel rispetto delle norme anti-Covid. Oltre ai Disabili Pirata ci sono stati altri interventi di tipo politico e sociale, con chiare richieste dalla cittadinanza non solo milanese, ma anche dell’hinterland, per una città, un Paese più sensibile e inclusivo. Dentro questa cornice di realtà autogestite, noi abbiamo trovato il giusto spazio per esprimere il nostro disagio sociale di persone con varie disabilità. Tramite la “rampa della pace” abbiamo lanciato un messaggio forte e chiaro a tutti. Che i noi disabili sappiamo essere anche pirateschi e avventurieri, che non ci fermiamo di fronte a nulla e ci ribelliamo per tutti coloro che sono oppressi, anche se non se ne rendono conto. Inoltre non eravamo pochissimi, bensì molte persone determinate,uscite dal “loro quadrato” per unirsi a noi.

Quali sono i messaggi che i Disabili Pirata hanno lanciato alla società e alla politica in quell’occasione?

Direi che è una fetta di società importante e impegnata costantemente nel sociale a lanciare il messaggio a chi amministra a tutti i livelli e agli altri cittadini poco sensibili o ignari di ciò che succede in città. I messaggi sono chiari: fermare la “caccia alle streghe” che molte regioni praticano. Si parla di rispetto verso chi vive ai margini della società, che intraprende la strada dell’occupazione a fine abitativo, ma anche chi è costruttivo nel senso del recupero di spazi altrimenti abbandonati al vero degrado. Se non ci fosse stato, ad esempio, il Collettivo della cascina Torchiera, che fine avrebbe fatto uno spazio che affonda le sue radici nel 1400? Si trattava di un luogo lasciato a marcire, ora invece è uno spazio accessibile. Vogliamo che le pubbliche amministrazioni riconoscano la pratica dell’autogestione, dell’auto-organizzazione delle persone in gruppi, comitati o collettivi che, avendo cura degli ambienti e degli spazi circostanti, possano prendersene cura senza essere perseguiti e oppressi da una legge ingiusta, scritta da chi non ha mai fatto delle lotte sociali o vissuto una difficoltà. Lo stesso problema colpisce anche noi Disabili. Chi ha fatto le normative sul trasporto, ad esempio, riservandoci solo 2 posti sul treno non sa nulla di noi persone con disabilità e si permette di giocare con i nostri diritti, come la libertà di spostarsi.

Logo Cascina Torchiera

Quali sono le priorità per il 2021?

Una delle priorità è sicuramente l’abbattimento delle barriere. Se aspettiamo una iniziativa autonoma in tal senso delle istituzioni a volte può capitare la demotivazione; un altro paio di maniche è quando siamo noi a sollecitare le istituzioni. Occorre maggiore consapevolezza attorno al mondo delle disabilità; con Disabili Pirata portiamo avanti anche attività di consulenza e siamo molto richiesti su Milano, come altrove, sia dal pubblico che dal privato. Ecco, occorre continuare su questo percorso di consapevolezza”. In tal senso seguiremo come Disabili Pirata questa rete sociale fatta dagli spazi, comitati, collettivi e simpatizzanti, per far capire anche due termini importanti da includere nel dialogo generale: Accessibilità e Abilismo. Questo compito continueremo a portarlo avanti non solo tra gli spazi autogestiti, ma anche al pubblico e al privato, cercando di creare un dialogo.

Follow up

Politico incalzato da Andrej in fuga @

Andrej e tutti i Disabili Pirati e Abbatti le barriere sono l’esempio concreto di quell’”abilismo” che rende attiva e dinamica la disabilità, soprattutto nel momento in cui le persone con handicap, pienamente consapevoli, rivendicano diritti e chiedono conto della loro mancata applicazione ad istituzioni e politicucci, come testimonia questo video dello stesso Andrej dove incalza l’ennesima mezza calzetta che usa le disabilità solo come collante per la poltrona su cui siede.

https://fb.watch/32wx4mYKcw/

Leggendo tutto ciò risulta che quella dei Disabili Pirata si denota come una realtà molto dinamica. Un movimento che conserva viva la sua natura “dal basso. Complimenti e grazie di questo approfondimento ad Andrej. A presto!

Energy Family Project: tra accoglienza e innovazione.

Copyright EnergyFamiliProject

Premessa

Riprendiamo il percorso di Opposte Visioni tra le tante realtà che si occupano di disabilità, dove essa è intesa, vissuta e promossa nella sua componente “attiva”, o dinamica, se preferite.

Ho sentito negli scorsi mesi per il Disability Pride Network Samuela Fronteddu, Presidentessa, ispiratrice e anima di Energy Family Project. Potete leggere il suo intervento per intero Qui. Di seguito una sintesi di quell’intervento, il quale apre spazi di riflessione che vanno ben al di là della disabilità, perché i presupposti e le modalità hanno una profondità tale da riguardare l’approccio verso una “nuova comunità umana”. Buona lettura.

L’associazione

Energy Family Project APS è un’organizzazione nazionale nata nel 2019 con sedi e gruppi attivi in tutta Italia. L’associazione supporta famiglie con bambini e singoli individui affetti da Agenesia degli arti, gravi amputazioni e malformazioni. Conosciamo questa realtà attraverso la testimonianza di Samuela Fronteddu, fondatrice e Presidentessa dell’associazione, coinvolta dall’Agenesia degli arti perché madre di Giulio, bambino menomato del braccio destro.

L’intervista

Samuela, raccontaci un po’ di Energy Family Project…

L’associazione ha trovato spazio ideale già dopo la nascita di mio figlio, ma è nata ufficialmente un anno fa. Ci occupiamo di sostenere le famiglie che affrontano queste patologie, che al contrario di ciò che si potrebbe pensare, sono tante. Uno dei nostri obiettivi è quello di creare rete tra loro. Attualmente sosteniamo 500 famiglie in tutta Italia, sia a livello morale, burocratico e terapico e registriamo ogni settimana uno o due nuovi contatti di famiglie.

Quali le problematiche più importanti che affrontate?

Ce ne sono tante. Mi preme sottolineare, ad esempio, come in Italia non sono state mai adottate linee guida fisioterapiche pediatriche per bambini con amputazione. Se nessuno le scrive, nessun bambino riuscirà , di conseguenza, a iniziare un percorso di riabilitazione, perché il personale medico non saprà come agire. In altre realtà europee si lavora con queste linee guida fisioterapiche, studiate anche dai nostri professionisti. Siamo fortemente impegnati affinché vengano adottate anche in Italia, consapevoli che ci vorranno anni.

Con quali realtà collaborate?

Nonostante l’associazione sia nata da poco, basiamo il nostro operato su una grande concretezza. Ad oggi, tra le più significative, collaboriamo con la Fondazione “Santa Lucia” (centro europeo per la neuro-riabilitazione) e il distaccamento di Palidoro dell’Ospedale Pediatrico “Bambin Gesù”, con il quale abbiamo avuto un accredito recentissimo per una partnership finalizzata alla costituzione di un nuovo polo di chirurgia della mano e del piede.

Samuela, cosa rappresenta per te la diversità?

Ho dovuto confrontarmi con questo termine quando è nato Giulio. Ho imparato a comprendere che mio figlio è una persona unica, che non si è mai sentito diverso dagli altri. Il mio impegno di madre è quello di farlo sentire come tutti gli altri. Da mamma vedo oggi Giulio come un bambino e il mio impegno è farlo diventare un uomo. Quando è nata l’associazione e ho iniziato a conoscere altre madri, al di là della loro provenienza geografica o di ogni differenza etnica e culturale, ho scoperto che il dolore e la paura di quelle madri erano come le mie. Qui è nata una scintilla che mi ha spinto a sostenere e affiancare altre madri.

L’accoglienza cos’è per te?

L’accoglienza per me è tutto. Incidono sicuramente le mie origini sarde, dove abbracciare le persone vicine a me è un gesto che mi viene naturale e rappresenta l’accoglienza dell’altro. Con l’associazione cerchiamo un contatto con le persone (anche se spesso ci cercano loro) in maniera delicata, per poi farle entrare nel gruppo, sempre con gradualità e volontariamente. Alcune persone sono affamate di vicinanza. Altri si sento no protetti, ma sono diffidenti. Per noi accoglienza significa dare loro un punto di riferimento e un conforto.

Quali gli obiettivi per Energy Family Project nel il 2021?

Visti i grandi impegni che portiamo avanti, alla luce delle restrizioni che stiamo vivendo, dichiarare oggi questi obiettivi ci dà fiducia per il futuro, perché consapevoli di costruire i pilastri di un lavoro buono. Per noi gli obiettivi sono chiari e limpidi:L’adozione di un protocollo nascite per le famiglie; questo per garantire l’accoglienza della famiglia, favorendo i processi di socializzazione con altre famiglie già coinvolte, fornire assistenza burocratica e indirizzare verso soluzioni terapiche idonee. Scrittura delle linee guida fisioterapiche e terapiche pediatriche. L’introduzione nel sistema di protesi low coast.

Puoi approfondire quest’ultimo aspetto?

A proposito di quest’ultimo punto volevo segnalare che siamo chapter italiana di E-nable, comunità mondiale, e forniamo device ai bambini stampati in 3D. Grazie alle competenze di molti nostri associati, abbiamo vari laboratori sul territorio nazionale. A tal proposito segnalo il sito dedicato a questa specifica attività di supporto per le protesi a basso costo.

Samuela, un auspicio per concludere…

Per concludere ribadisco la volontà affinché mio figlio non cresca disabile, perché lo Stato e il corpo sociale devono assumersi le loro responsabilità verso coloro che hanno delle fragilità.

Anna Fusco, una delle testimonial EnergyFamilyProject

Grazie a Samuela Fronteddu per il suo intervento e per l’operato di Energy Family Project., realtà che indica una tendenza ben precisa da seguire: quando le soluzioni sembrano lontane per volontà di pochi, esse sono a portata di mano e realizzabili grazie all’impegno di tanti, quindi occorre sempre agire.

Cooperativa aCapo: Includere per innovare.

Logo Acapo

Premessa

La striscia, ad oggi breve, delle #StorieDalNetwork per presentare le differenti realtà del Disability Pride Network del nostro Paese – che spero di riprendere quanto prima – si è, ad un certo punto, imbattuta in una coop molto interessante. Questo contributo inedito, è ispirato ad uno slogan della Cooperativa aCapo, presieduta da Roberta Ciancarelli, “includere per innovare”, appunto.

Questa realtà mi ha colpito perché il tema dell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità resta molto sensibile nel panorama italiano. Il mercato del lavoro in Italia è in sofferenza, con nodi cristallizzati in anni di cattive politiche del lavoro. Il collocamento mirato e le altre formule di indirizzo per l’inclusione lavorativa dei disabili soffrono maggiormente delle carenze e dei ritardi, non solo per la crisi Covid19, ma perché al cattivo costume di non applicare strumenti di Politica attiva del lavoro delle categorie svantaggiate, si aggiunge la pessima abitudine del tessuto datoriale di lavoro – Stato compreso – che non volge lo sguardo verso questa esigenza della società italiana.

L’azione

Laboratorio progetto InOnda

Per tale motivo, tra gli altri, è da ribadire l’importante ruolo della Cooperativa aCapo, che con pragmatismo interviene nel mercato del lavoro, stimolando la risorsa più importante, il capitale umano; tutto ciò nella direzione dell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, professionisti a servizio del mercato.

La voce

Giammarco Nebbiai, responsabile comunicazione e socio della Cooperativa dal 2006, presentandomi questa realtà spiega:

“A capo è un’importante cooperativa sociale perché offre servizi di contact center a amministrazioni pubbliche e imprese, adottando nella propria mission un principio importante, quello della inclusione lavorativa delle persone con disabilità. aCapo, infatti, non opera in termini di assistenza, seppur questa sia un’attività importante, ma punta sul coinvolgimento attivo delle persone con disabilità per operare sul mercato. In oltre quarant’anni di attività della cooperativa, hanno trovato occupazione migliaia di lavoratori in condizioni di fragilità, trovando collocazione ad ogni livello della nostra organizzazione in base a preparazione, motivazione e opportunità”.

Attività InOnda

Come evolve oggi la collocazione della Cooperativa sul mercato del lavoro?

“Oggi le condizioni di competizione severissime; il valore sociale di imprese come la nostra non è sufficientemente riconosciuto e tutelato, ma resta ben presente il nostro impegno. Abbiamo anche dato maggiore slancio alle attività di progettazione sociale, con le quali di buone prassi sul territorio, esperimenti di sociale che ci vedono occupati con progetti come “Hostability”, che cerca di trasferire ad un gruppo di giovani persone con disabilità la capacità di operare nel campo degli affitti e delle esperienze turistiche accessibili, e “InOnda” che coinvolgerà un gruppo di giovani nella creazione di una webradio e un web magazine per stimolare la capacità di espressione e relazione con il territorio in cui vivono ”.

Come perseguire e proseguire l’azione di tutela dei diritti dei disabili?

“Intanto proseguire con manifestazioni e iniziative come il Disability Pride. Le leggi necessarie sul lavoro, sull’inclusione scolastica, sull’eliminazione delle barriere architettoniche dalle città esistono da anni; sarebbe ora di cominciare ad applicarle. È questione di visione e volontà dei decisori”.

Ringrazio Gianmarco Nebbiai per gli stimoli importanti che ha dato su un tema fondamentale, quale è il diritto al lavoro delle persone con disabilità, sancito anche nell’articolo 27 della Convenzione dell’ONU, oltre che nella seconda parte dell’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale, aspetto sul quale interviene egregiamente la Cooperativa Acapo.

Per conoscere di più le iniziative della Coop potete visitare il Sito web e per restare aggiornati sulle varie iniziative seguire la loro Pagina FB.

Sui territori, in attesa del Disability Pride 2020.

Al via nel percorso accessibile di Macchiatonda

Tra le conseguenze del lockdown degli scorsi mesi c’è stato il rinvio o l’annullamento di molti meeting della società civile, compreso l’annuale appuntamento del Disability Pride, quest’anno previsto per il 7 giugno e rinviato. Per scoprire nel dettaglio in cosa consiste questa manifestazione, su Sfigatto potete leggere un mio contributo sull’edizione 2019. Alla riapertura delle attività di fruizione del territorio il tema dell’accessibilità è stato riproposto con forza dal variegato cosmo delle realtà che si occupano di disabilità.

Natura senza barriere

I visitatori nel tratto di spiaggia della riserva

Per il 2020, al posto della giornata di rivendicazione dei diritti dei disabili organizzata e coordinata a livello internazionale e che tramite manifestazioni di piazza pone con forza certe tematiche a società distratte, soprattutto quella italiana, si è sostituito e dato valore ad una serie di iniziative locali, dove attraverso visite guidate, escursioni e dibattiti il tema dell’accessibilità universale viene riproposto alla luce di una crisi sanitaria mondiale che ha determinato lo stretto rapporto tra limitazione e libertà, condizione che le persone disabili e le loro famiglie vivono quotidianamente.

Un gruppo di escursionisti a Macchiatonda

Nel quadro complessivo di iniziative, “Natura senza barriere” ” voluta da Federtrek e organizzata in collaborazione con la rete del Disability Pride Italia ha catalizzato l’attenzione per vari appuntamenti sul territorio nazionale.

All’interno di Macchiatonda

Nell’area della Città metropolitana di Roma abbiamo seguito la proposta di una delle tante realtà di questo network , Il paese che vorrei, che ha voluto riproporre nel comune di Santa Marinella il tema sensibile e diffuso dell’accessibilità. Il 27 giugno scorso, per saggiare la fruizione di beni naturalistici e architettonici e dibattere il tema più generale e onnicomprensivo della manutenzione del territorio, l’associazione ha arricchito il calendario di appuntamenti con un’escursione alla riserva naturalistica di Macchiatonda e al castello di Santa severa.

Macchiatonda accessibile…

Passeggiando tra natura e storia si sono acclarate le bellezze del territorio e la sorpresa è stata tanta, disegnando chiaroscuri attorno ai due beni comuni. In chiaro c’è sicuramente la passione di tante persone che hanno nel tempo lavorato per la fruibilità di questo specifico territorio, quello di Santa Marinella e Santa severa, e parimenti il lavoro del Paese che vorrei per portare all’attenzione del pubblico locale – e non – il tema sensibile dell’accessibilità di questi luoghi, che dal loro canto si prestano ad una piena fruizione. Ma scarseggiano di quegli interventi di manutenzione che sottendono ad una scelta politica e gestionale che forse non è del tutto presente nell’animo di molti amministratori locali, di questo territorio compreso. E qui arrivano gli scuri, emergono le zone d’ombra, che sono tante.

Usando il percorso tattile per non vedenti

Risulta pertanto interessante gettare lo sguardo su due aspetti emersi in concreto durante la giornata. Da un lato, le stesse guardie dell’area naturalistica – di competenza regionale -, hanno sollecitato i partecipanti alla passeggiata accessibile a scrivere alla Direzione Ambiente della Regione Lazio per stimolarla ad interventi di miglioria e adeguamento dei percorsi e dei servizi di accessibilità di Macchiatonda, per rendere pienamente fruibile e garantire servizi minimi in questo bene che merita di essere tutelato anche nel senso della piena accessibilità. Ammirevole è lo sforzo di queste persone, che dedicano l’intera vita professionale alla tutela della riserva, nel ripristinare un vecchio percorso per non vedenti che, evidentemente, al di là della pomposità e delle buone intenzioni di quando è stato realizzato, merita maggiori manutenzione e ampliamento, come anche l’accessibilità fisica dei percorsi. Operatori ed organizzatori non nascondono che l’appuntamento è servito anche al personale per testare la fruibilità di quest’area e sollecitare il pubblico ad essere parte attiva rispetto ai processi di adeguamento dell’amministrazione competente. Che sia un tentativo intelligente di coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale? A ben vedere, per la volontà delle guardie naturalistiche e delle guide coinvolte, sicuramente. Molte persone presenti hanno colto di buon grado quest’invito, perché la riserva merita decisamente una maggiore attenzione da parte di tutti, istituzioni in primis, che hanno però evidentemente bisogno del giusto stimolo per agire in tal senso.

…e il castello fruibile?

Il gruppo all’ingresso del castello

Sul castello di Santa Severa, anch’esso di competenza regionale, le questioni emerse sono più sottili. Considerando che si tratta comunque di un bene che presenta delle potenzialità di fruizione molto elevate, per questo scelto dagli organizzatori, qui è la gestione del bene pubblico a presentare delle carenze. La cronaca racconta che alcuni giorni dopo l’escursione accessibile c’è stata l’apertura di un chiosco presso il castello per fornire servizi e ristoro, chiuso al momento della visita del gruppo organizzato dall’associazione santamarinellese; volevo solo ribadire che eravamo al 27 giugno e nel gruppo vi erano disabili, anziani e bambini. Gli orizzonti di fruizione turistica forse sono un po’ azzoppati nella visione dell’amministrazione comunale, competente per questi aspetti legati alla fruibilità del complesso architettonico. Il bene, pur restituendo pienamente la sua bellezza, denota una certa trascuratezza che ivi traspare. Anche qui, come per la riserva, il personale tenta di arginare talune mancanze, ma l’ambiguità istituzionale e la sovrapposizione di soggetti per la sua gestione pongono molti interrogativi sulla consapevolezza e la volontà di aggirare ostacoli per l’adeguamento dell’accessibilità di questo maniero, importante per la storia e per il turismo di queste comunità.

Il gruppo in un cortile interno del castello

Impegno concreto

Il lavoro che l’associazione Il paese che Vorrei sta proponendo, grazie all’interessamento di Daniele Renda in testa e al coinvolgimento e sostegno della Presidentessa Manuela Comito e di tutto il gruppo, da il segno della sensibilità e dell’attenzione posta per la cura e la valorizzazione di questi importanti beni del territorio. Speriamo che beceri interessi di pochi non prevalgano sulla volontà di migliorare e valorizzare il bene comune. Le spese, come al solito, le pagherebbero le fasce più deboli della popolazione, quelle più bisognose di attenzioni e che più restituiscono in termini di gradimento per i benefici derivanti dalla piena fruibilità e accessibilità, oltre al potenziale economico che è insito in questo target di utenza. Non intendo ridurre tutto il discorso alla tintinnante moneta, ma fare finta che cittadini, persone, utenti, turisti e consumatori con disabilità non esistano è il più grande errore che un politico possa fare, ad ogni livello, dimostrando l’incapacità e il disinteresse per la collettività e il bene comune.

Al castello

Domanda di chiusura

A margine di questo post volevo ribadire che l’incapacità degli amministratori pubblici, spesso accecati da un’ignavia degna del peggior girone dantesco, rende difficile il volenteroso lavoro di associazioni, addetti e volontari, che suppliscono non di rado alle evidenti mancanze di visione della politica. Quest’aspetto, è bene ricordarlo, trova nella crisi del Coronavirus solo un ulteriore aggravio delle distrazioni e disattenzioni verso il mondo delle disabilità, emerse con forza durante questa crisi pandemica; essa non deve risultare in definitiva una scusante per la voluta distrazione attorno all’accessibilità di servizi, costringendo la questione all’oblio collettivo. Mi auguro che per la riserva di Macchiatonda e per il castello di Santa Severa, come per tutto il comprensorio di Santa Marinella, presto si agisca nella migliore, unica, direzione possibile e la presenza della rete del Disability Pride sul territorio dovrebbe far riflettere chi di dovere. E siamo al solito nodo che si crea in proposito: saranno in grado amministratori locali e attori istituzionali vari, di comprendere la profondità e l’importanza della sfida dell’accessibilità? Una risposta parziale viene dal fatto che molte spiagge pubbliche e la totalità di quelle private di questo territorio, sul fronte della fruizione delle persone disabili di servizi balneari, non si sono per nulla adeguati, nonostante la possibilità data dal ritardo con il quale è partita la stagione estiva e a fronte delle risorse investite dalla regione Lazio per questo obiettivo.

BENEVENTO, STOP AI SERVIZI MUSEALI AFFIDATI A LAVORATORI CON DISABILITÀ

Dobbiamo chiederci sempre cosa intendono fare quando gli amministratori ad ogni livello dicono che non intendono lasciare indietro nessuno e che tutelano le fasce più deboli della popolazione. Soprattutto esigere chiarezza nella esplicazione dei risultati delle politiche pubbliche poste in essere. Altrimenti cosa amministrano? Il concetto di disabilità attiva ed sintetizzato bene nella dichiarazione di Giovanpaolo Gaudino. Articolo 3 della Costituzione, questo sconosciuto.

A rischio l’equilibrio di circa 50 nuclei familiari tra Benevento e provincia a seguito della decisione della Provincia di Benevento di non affidare …

BENEVENTO, STOP AI SERVIZI MUSEALI AFFIDATI A LAVORATORI CON DISABILITÀ