“Argento vivo” di Marco Malvaldi.

Il toscanaccio Malvaldi è uno tra gli autori che negli ultimi anni mi ha letteralmente conquistato per la sua capacità di narrazione, oltre che la fantasia nei soggetti dei suoi romanzi. Glisso, in premessa, dicendo che non a caso è una perla della scuderia Sellerio, la stessa casa editrice di Manzini o Camilleri, giusto per sottolineare. Scontato sarebbe stato iniziare con una recensione della celebre saga del “Bar Lume”, dalla quale hanno realizzato anche una serie per la TV. Non mancherò di dare conto sia dei romanzi che del prodotto televisivo, ma iniziamo questa striscia di recensioni dedicata alle opere di Marco Malvaldi da un suo romanzo lontano dall’allegra combriccola del Bar Lume.

Il libro: Marco Malvaldi, “Argento vivo”, Sellerio Editore, 2013, 272 pagine.

Trama: la vicenda ruota attorno a un doppio furto, quello di una Peugeot 206 color argento e quella di un computer portatile del medesimo colore. E di una doppia coppia – Paola e Giacomo e Letizia e Leonardo – le cui vicende si aggrovigliano e si sciolgono a corrente alternata. C’è una rapina nella casa di uno scrittore molto noto; col bottino, sparisce il computer in cui è salvato il suo ultimo romanzo non ancora consegnato alla casa editrice e incautamente non conservato in altro modo. Da questo momento il file comincia a scivolare come argento vivo sul piano accidentato della sua avventura, e si insinua, imprendibile e vivificante come il metallo liquido degli alchimisti, nel tran tran quotidiano dei tanti e diversi protagonisti. Ognuno dei quali sarebbe per sorte lontanissimo dagli altri, ma si trova coinvolto occasionalmente a causa della deviazione che quel manoscritto ha impresso nella sua esistenza. Il grande scrittore e la moglie; il giovane ingegnere a tempo determinato che lotta con la vita insieme alla affannata compagna; la bella agente di polizia, che conduce l’indagine in competizione con il laido superiore; la banda dei balordi; il tecnico appena disoccupato che c’è capitato per caso; il vecchio editore e la giovane editor; tutti questi personaggi si ritrovano aggrovigliati in un assurdo gioco delle coincidenze e degli incroci esistenziali che danno vita ad una storia avvincente.

Recensione: Lucente, malleabile, prezioso, brillante: è proprio come l’argento questo romanzo di Marco Malvaldi, penna sorprendente per invenzione, arguzia, ironia. La varietà di personaggi di quest’opera, con i loro pezzi di vita, sono mossi dall’autore intorno alle eventualità aperte dallo svolgersi dell’inchiesta di polizia, su cui a loro volta gli individui incidono inconsapevoli con le scelte che fanno, creando una commedia degli incroci della vita. Al consueto umorismo fondato sull’equivoco della situazione e sull’effetto sorprendente di un dialogo surreale e ovvio insieme, Malvaldi innesta in questa commedia poliziesca un altro tipo di indagine: una investigazione ambientata in quella zona misteriosa in cui avviene l’incontro tra il caso, la libertà di agire, e il corso necessario delle cose. Notevole è la qualità del collegamento tra un quadro ed un altro, passaggi ben ideati e gestiti con molto ritmo dall’autore, che vi terrà incollati alle pagine in maniera vertiginosa, oltre che a farvi ridere non tanto, di più!

NB: quest’opera di Marco Malvaldi ho potuto leggerla grazie agli audiolibri prodotti dal Centro nazionale del libro Parlato “Francesco Fratta”, servizio dedicato esclusivamente ai non vedenti.

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