
Donato Carrisi, con questo nuovo Thriller del dicembre 2019, ci porta in un terreno sospeso e trasversale, dove solo un viaggio interiore può restituire pienezza all’Io. Il viaggio dentro di sé è, spesso, un’esperienza dolorosa e traumatica. Risulta utile, certo, ma il prezzo da pagare spesso è una verità ignorata, nascosta nei meandri della propria memoria.
Il libro: Donato Carrisi, La casa delle voci, 2019, Longanesi, p. 400.
Trama: Pietro Gerber è uno psicologo infantile con specializzazione ipnosi, molto noto a Firenze, dove è conosciuto come l’”addormentatore di bambini”; i suoi piccoli pazienti, spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria. Gerber è un consulente di polizia e magistrati, che si servono del suo operato per le loro indagini. Quando Pietro riceve una telefonata da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, egli reagisce con perplessità e diffidenza, perché si tratta di un’adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un’illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna ha un ricordo risalente alla sua infanzia e Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci». a dieci anni Hanna ha assistito a un omicidio. O forse non ha semplicemente visto. Forse l’assassina è proprio lei.
Recensione: l’autore di origine pugliese ci ha abituato a thriller vorticosi, che sono in grado di tenere il lettore incollato alle pagine; anche questo non tradisce l’aspettativa. I temi, non del tutto inediti, restituiscono un romanzo intenso, con un finale veramente sorprendente. La qualità di scrittura di Carrisi è nota al grande pubblico sin dalla sua opera d’esordio – “Il suggeritore” -, ma anche per romanzi come “Il tribunale delle anime”, “La ragazza nella nebbia” o “L’uomo del labirinto”, e non nego che mi affascina la lettura delle sue storie. L’unica cosa che non me lo fa amare al 100% è un ripercorrere degli schemi narrativi o dei clichet preordinati, che oltre a denotarne lo stile, sono anche il frutto avvelenato della scrittura di uno sceneggiatore televisivo, sempre alla ricerca della sensazione che catturi il pubblico, frutto che fa perdere un po’ di naturalezza ad uno scrittore di pregio come lui. Risulta però sempre un Maestro nell’utilizzo della lingua, usata, con sapienza, come uno strumento al servizio della storia. Questo thriller, come gli altri, li consiglio a tutti coloro che desiderano dalla lettura un forte impatto emotivo.
NB: la versione audiolibro l’ho rintracciata su Storytel, con lettura di Alberto Angrisano, che potete trovare a questo link
https://www.storytel.com/it/it/books/1244081-La-casa-delle-voci?appRedirect=true