Di seguito, per la striscia dedicata al vecchio blog sotto la categoria Memoria Futura, voglio riportarvi fedelmente un post scritto a proposito di un’attività riabilitativa svolta con Sonia, dove noi vestivamo gli abiti dei “terapisti”. Questa vicenda, che rispolvero con molta malinconia, racconta di tanti aspetti che costituiscono il vissuto di ognuno. Oggi poi, pensando ai decreti in”sicurezza” della bestia padana – e del non coraggio di questi immondi governanti di oggi nell’abrogarli -, mi fa molta rabbia, perché triste è la considerazione di quell’universo di realtà dedito all’integrazione dei migranti che è stato completamente demolito dall’inumanità che si fa potere. Le considerazioni alla fine del virgolettato, per la mia personale esperienza, valgono tutt’oggi a proposito di tante altre persone che hanno trovato in Italia il loro approdo, fuggendo da guerra, miseria e disumanità, risultando poi in questo Paese straniero nel ruolo di cittadini migliori degli autoctoni.
“Quando mi sono trovato, con Sonia, di fronte alla storia d Nhataniel Okafor, ho capito sin da subito che si trattava di una storia forte, una Storia di vita che aveva dei tratti comuni con tante altre storie di migrazione, ma anche qualcosa di straordinario. In novembre (novembre 2015, NDA) siamo stati appunto chiamati dal GUS (Gruppo di Umana Solidarietà, NDA) per intervenire in relazione al signore in questione, migrante di origine nigeriana, che nella sua peregrinazione emigratoria, si è imbattuta nel glaucoma, malattia oftalmica che non lascia scampo. Con una mentalità di ampio respiro, al GUS di Castri di Lecce, si sono chiesti come potesse quest’uomo maturo reagire alle vicende della vita, in quelle condizioni esistenziali. Nel nostro intervento pertanto abbiamo subito tenuto conto delle sue esigenze, ovvero quelle di un padre di famiglia che a tante migliaia di chilometri da casa, non ha molte alternative, se non andare avanti, comunque.
La sua forza d’animo ci ha profondamente colpiti, oltre alla sua educazione e al suo rispetto quasi disarmanti. Da qui poi è iniziato un percorso per step che oggi (primavera 2016, NDA), nella sua fase conclusiva, conduce Nathaniel ad una condizione di uomo “diverso”, consapevole certo del grave problema di vista al quale si sta avviando inesorabilmente, ma in grado con la sua forza d’animo ed equilibrio interiore di reagire. Di provarci appunto. Posso garantire che al di là delle azioni pratiche che abbiamo condotto, ci siamo resi conto che di fronte avevamo un “buon cittadino”, che merita tutto il sostegno e le azioni di welfare previste dal nostro ordinamento, perché non si è seduto nell’attesa di avere, ma si è messo in gioco e sono certo che saprà restituire, da “buon cittadino”, così come sta ricevendo. Ed è meritevole, il sig. Okafor, di ricevere presto lo status di cittadino italiano, perché lo merita. Più di tanti italiani “cattivi cittadini” che sparano a zero sui migranti. Lo merita più di tanti italiani “Cattivi cittadini” che ignorano sistematicamente i diritti delle persone con disabilità, compiendo piccoli e grandi gesti che rendono impossibile una piena inclusione sociale. Nathaniel Okafor è un “buon cittadino” perché ha saputo raccogliere la sfida della vita, la sua, mettendosi in gioco e preparandosi a restituire da persona che ha scelto di vivere in Italia per reagire alle brutture della vita che sinora ha dovuto vedere. Quindi lui meglio di altri potrà rinnovare la mentalità di un’Italia stanca, non più in grado di vedere nell’accoglienza e nella dimensione umana strumenti di rinnovamento sociale ed opportunità di crescita e sviluppo. Lui lo merita, più di altri, perché è, e resterà, “buon cittadino” non d’Italia o di Nigeria, ma del mondo.”.
Ringrazio a distanza di anni l’amico giornalista Andrea Aufieri per aver raccontato questa storia e la nostra esperienza in un articolo che potete leggere di seguito…
https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/lecce/736963/Le-tre-vite-di-Nathaniel-.html
P. S.: negli anni ho saputo che Nathaniel Okafor è ritornato in Nigeria, purtroppo l’Italia non si è dimostrato quel Paese accogliente ed inclusivo che tutti allora auspicavamo.
NB: post scritto il 18/4/2016