Non è solo una questione di tatto…

Il 21 Febbraio è stata la giornata nazionale del codice Braille, istituita in Italia nel 2007 con questa legge.

Cos’è il Braille?

si tratta di un sistema di scrittura e lettura in rilievo per ciechi, inventato da Louis Braille, un “bambino” francese di 12 anni, che nel 1821 ha dovuto rispondere con l’ingegno ad una semplice esigenza che, per i figlio dell’epoca contemporanea è impensabile, ovvero leggere e scrivere testi e, soprattutto, musica.

Per gli adulti e per i ragazzi che leggono lascio il piacere di scoprire le pagine dedicate alla storia di Louis Braille da Wikipedia.

Mentre qui trovate uno schema riassuntivo del codice.

Oltre le dita

Ma considerato che la giornata nazionale del Braille ha il compito di sensibilizzare sulle tematiche legate alla cecità e all’ipovisione, volevo lasciare qui una riflessione più profonda, che va al di là della mera esaltazione di un codice che, per inciso, dal 1821 ad oggi (il prossimo anno ricorre il bicentenario dalla sua invenzione) ha permesso a milioni di ciechi ed ipovedenti di formarsi, leggere, comunicare e studiare ogni disciplina, in ogni lingua o linguaggio umano, alta matematica e arte compresi.

Ogni persona dovrebbe porsi la più sensata delle domande, che non è poverini, come fanno?” o “chissà che vita fate?” o “come fai a muoverti?”, bensì “cosa possiamo fare tutti perchè non vi sia disabilità oltre l’handicap di queste persone?”. La disabilità è infatti il rapporto tra l’handicap (il problema personale) e la società e l’ambiente circostante. Quando non si ha rispetto dei pedoni in prossimità delle strisce dando loro precedenza (tra l’altro obbligatoria per il codice della strada), quando non si lascia la precedenza sul marciapiede, quando in stazione si occupa la banda di guida tattile lungo il binario sono gesti che amplificano la disabilità di persone con problemi di vista, come anche parcheggiare male o sui marciapiedi, scavalcare il bastone bianco o distrarre un cane guida per strada.

Vi invito a riflettere su questi piccoli gesti perchè se corretti, oltre ad essere un sintomo di civiltà, si può creare un clima più sereno in un’intera comunità; si tratta non di mera gentilezza, ma di un dovere civico per proteggere soggetti più deboli, che al di là del loro personale impegno per colmare il gap tra il mondo e il loro problema di vista, restano comunque soggetti con una forte sensibilità, spesso alterata dal cattivo comportamento altrui.

Grazie Louis

Il Braille, per concludere come avevamo iniziato, è lo strumento che ci ha permesso di studiare e vivere al meglio le nostre vite personali (pensate alle scatole di medicine), di studiare e formarci. Aiutateci con il vostro senso civico, qui come altrove, affinchè il nostro sforzo di rendere meno invasiva anche per voialtri il nostro handicap non sia vano.

Tramite la pagina “Contattami” resto a disposizione per singoli, gruppi, scuole ed istituzioni per ulteriori momenti di dimostrazione e approfondimento del Braille e di altri aspetti della disabilità visiva e/o altre disabilità ed handicap.

NB: articolo scritto il 23-02-2020

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